Antinori nel Chianti classico
Una vera e propria cattedrale del vino posta nel cuore del Chianti: così si può riassumere il progetto della nuova Cantina Antinori di Bargino – costruita sbancando una collina intera e poi ricoprendo di terra e vigneti l’edificio – visibile dall’esterno solo attraverso alcuni “tagli” che si integrano perfettamente nello splendido contesto naturalistico toscano.
“La costruzione fisica e concettuale della cantina – si legge nella relazione di progetto dello studio Archea – è incentrata sul legame profondo e radicato con la terra, una relazione tanto esasperata e sofferta da condurre l’immagine architettonica a nascondersi e confondersi in essa. Conseguentemente il progetto integra il costruito al paesaggio agreste attraverso la realizzazione di una copertura che definisce l’invenzione di un nuovo piano di campagna coltivato a vigneto e disegnato, lungo le curve di livello, da due tagli orizzontali che permettono l’ingresso della luce e l’inquadratura del paesaggio”.
Il complesso si sviluppa su più livelli e ospita, oltre alla cantina e agli uffici del gruppo, spazi dedicati all’accoglienza e ai percorsi dei visitatori, con sale degustazioni, un ristorante, una biblioteca, un auditorium da 250 posti ed un museo con documenti dall’età moderna ad oggi.
Ispirata alle chiese rinascimentali fiorentine, l’avveniristica struttura è formata principalmente da tre navate lunghe 75 metri dove – ad una temperatura naturale costante di 17 gradi – riposano centinaia di botti per un potenziale di 2,5 milioni di bottiglie prodotte all’anno.
“Il cuore protetto della cantina – si legge sempre nella relazione di progetto – coglie, nell’oscurità diffusa e nella sequenza ritmata delle volte in terracotta, la dimensione sacrale di uno spazio che risulta nascosto, non per atteggiamento mimetico ma come consona opportunità per le ottimali condizioni termo-igrometriche del processo di lenta realizzazione del prodotto”.
Per garantire la perfetta climatizzazione naturale e mantenere costanti sia la temperatura che l’umidità degli ambienti, Saint-Gobain Italia ha proposto un innovativo “pacchetto” isolante costituito da due applicazioni a spruzzo di Gyproc Igniver – intonaco a base di gesso e vermiculite – spesse circa 40 mm ciascuna ed intervallate da uno strato di 80 mm di poliuretano espanso.
Tale pacchetto è applicato sul retro di speciali profili ad omega – affiancati ed ancorati alla struttura primaria in acciaio, appositamente calandrata per ottenere la forma curvilinea desiderata – sui quali è fissato il rivestimento in tavelle di cotto.
Il sistema così concepito permette di raggiungere la trasmittanza termica U < 0,314 W/m²K, richiesta dal progetto. Inoltre l’utilizzo di Gyproc Igniver, in classe A1 di reazione al fuoco e classe di fumo F0 (effe zero), garantisce un ottimo comportamento in caso di incendio in quanto, oltre ad essere un prodotto incombustibile, non produce fumi che diminuiscono la visibilità e non emette gas tossici pericolosi per la salute.
Negli spazi dedicati agli uffici e all’accoglienza dei visitatori, Saint-Gobain Italia ha inoltre fornito sia i propri sistemi a secco per controsoffitti e contropareti, basati su lastre Gyproc Wallboard ed Gyproc Hydro, sia l’intonaco Gyproc Surmix – un premiscelato a base gesso ad applicazione meccanizzata – rasato con il Gyproc Rasocote 5 plus per ottenere una finitura perfettamente liscia e speculare.
All’esterno i controsoffitti sfruttano invece il sistema Gyproc Aquaroc che, grazie all’utilizzo di lastre a base di cemento alleggerito con polistirene espanso, risulta essere la soluzione ottimale per applicazioni che necessitano di elevata solidità meccanica e resistenza all’acqua, all’umidità ed agli agenti atmosferici.
Committente: Marchesi Antinori srl
Direzione artistica e progettuale: Archea Associati, Firenze
Direzione lavori: Hydea srl, Firenze
Impresa esecutrice: Inso spa, Firenze
Applicatore intonaci e sistemi a secco Saint-Gobain Italia: Catena Services srl, Osimo (AN)