Raffineria di zucchero

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2010

Raffineria di zucchero,Brindisi (BR)

[/vc_column_text][vc_separator el_width=”60″ css=”.vc_custom_1477473406605{margin-bottom: 15px !important;}”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra colore_blu”]Il nuovo stabilimento per la raffinazione della canna da zucchero si estende su di un’area di circa 20 ettari alle porte di Brindisi ed è stato realizzato per lavorare la materia prima proveniente soprattutto dall’America Latina. Una volta arrivato nel porto cittadino, lo zucchero viene posizionato su un nastro trasportatore e introdotto all’interno dell’opificio in un primo deposito di stoccaggio, dal quale successivamente passa nelle diverse strutture del complesso per le operazioni di raffinazione.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra”]All’interno dello stabilimento Sfir un edificio è completamente dedicato a minicentrale per la produzione di energia elettrica, composta da diversi motori – innovativi ed ecologici – che bruciano olio di palma. L’architettura del fabbricato è semplice ed estremamente lineare: all’esterno si presenta come un cubo tinteggiato di bianco e “tagliato” solo da qualche apertura e dai grossi tubi di aerazione dei macchinari. Un’orditura portante di pilastri, travi e controventature sorregge la copertura in lamiera, mentre un muro in cemento armato corre lungo tutto il perimetro dell’edificio. Su tale muro sono ancorate le pareti perimetrali, alte circa 12 metri, costituite da una stratigrafia a secco Gyproc studiata ad hoc, estremamente prestazionale soprattutto dal punto di vista acustico. Su due strutture metalliche a C accoppiate – che contengono un doppio materassino isolante in lana di vetro – sono ancorate quattro lastre di gesso rivestito, due di tipo standard sul lato interno, una lastra RIGIDUR H e una PLACOCEM AQUA Plus verso l’esterno, quest’ultima applicata con opportuni giunti di dilatazione. Alcune staffe collegano la doppia orditura metallica Gyproc con i tubolari portanti in acciaio, per aumentare la resistenza meccanica delle pareti e per rendere tutti gli elementi tra loro solidarizzati. “Dopo attenti studi in fase di progettazione e grazie alle innovative soluzioni proposte dall’applicatore dei sistemi Gyproc” – ci racconta Emilio Nero, direttore di cantiere – “abbiamo raggiunto contemporaneamente diversi obiettivi: l’abbattimento totale dei rumori provenienti dai grossi motori della centrale, la drastica riduzione dei pesi sulle strutture portanti, un enorme risparmio in termini di tempo nella posa in opera e, non ultimo, un ottimo risultato dal punto di vista estetico.”[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3”][vc_column_text]

Committente:
Sfir SpA, Cesena
Direzione Lavori:
Ing. Angelo Rizziello, Brindisi
Impresa esecutrice:
Costruzioni Pugliesi srl, Oria (BR)
Capocommessa:
Cosimo Aprile, Oria
Direttore tecnico:
Ing. Mario Memmola, Oria
Direzione Cantiere:
Geom. Emilio Nero, Bari
Applicatore dei sistemi a secco Gyproc:
Eurosoffit Engineering srl, Trepuzzi (LE)

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