Il MUST è una nuova e suggestiva struttura museale che ha sede negli spazi completamente restaurati dell’ex Monastero di Santa Chiara, situato accanto all’omonima Chiesa ed adiacente allo spettacolare Teatro Romano, che riprende la struttura architettonica del più grande e famoso Anfiteatro di Piazza Sant’Oronzo.
Il nuovo museo si pone come punto di riferimento culturale di Lecce e fa parte di una vera e propria “rete museale” cittadina, nata con il preciso obiettivo di far dialogare tra loro le diverse istituzioni di Lecce, in stretto rapporto anche con le scuole e l’università: così, oltre a raccontare la storia
e le diverse culture che si sono susseguite sul territorio nel corso di circa tremila anni, il MUST dedica ampie sale espositive all’organizzazione di mostre temporanee riservate all’arte moderna e contemporanea, in un perfetto connubio tra identità locale e vocazione internazionale.
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra”]L’impianto planimetrico del complesso si sviluppa lungo due assi ortogonali orientati in direzione nord-sud/est-ovest, che consentono di individuare tre “blocchi” in origine corrispondenti alle molteplici funzioni della vita conventuale.
Attualmente il primo blocco presenta spazi regolari distribuiti intorno ad una zona rettangolare, il secondo contiene un cortile più ampio che funzionava da fulcro organizzativo per le attività lavorative del complesso, mentre il terzo, di cui faceva parte un giardino, è oggi completamente distrutto a causa dei lavori di scavo del Teatro Romano.
Già nel 1992 l’Archivio di Stato di Lecce pensò di redigere un progetto generale di recupero del complesso da destinare a propria sede; sulla base di tale progetto, dal 1993 al 1999 furono eseguiti alcuni interventi – con la supervisione della Sovrintendenza ai Beni Ambientali – mirati al recupero e al consolidamento delle murature e delle volte, oltre al restauro dei prospetti rivolti verso il Teatro e verso Via della Cartapesta.
Con l’ultimo globale intervento di ristrutturazione, l’ex Monastero è stato definitivamente riportato agli antichi splendori, valorizzando tutti gli ambienti del complesso anche in relazione alla nuova destinazione d’uso. Questo grazie alla correttezza e alla precisione delle scelte progettuali e delle modalità d’intervento, alla pluriennale esperienza dell’impresa esecutrice nel campo del restauro conservativo e all’utilizzo delle migliori tecnologie e dei prodotti più idonei disponibili sul mercato.
In particolare per gli intonaci interni è stato scelto il Vic-calce NHL5 della linea Gyproc Ecovic, un intonaco naturale e ecocompatibile a base di calce idraulica naturale, applicabile anche in forti spessori e su sottofondi disomogenei.
Il Vic-calce NHL5 è un prodotto estremamente semplice da stendere ed assicura elevate prestazioni in termini di traspirabilità e durata. Essendo privo di cemento, inoltre, risulta essere la scelta più indicata e sponsorizzata dalle Sovrintendenze soprattutto nei casi di interventi su manufatti storici e, più in generale, sul patrimonio edilizio esistente.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]
Committente:
Comune di Lecce Proprietà:
Agenzia del Demanio Pubblico dello Stato Progetto definitivo:
Ufficio Tecnico del Comune di Lecce Progetto esecutivo:
ATI – Capriello Vincenzo srl – Prof. Lucio Morrica – Ing. Giuseppe Ardissone Direzione Lavori:
Ing. Giovanni Dell’Anna, Arch. Francesca Rossi – Comune di Lecce Impresa esecutrice:
Capriello Vincenzo srl, Villaricca (NA) Direttore tecnico di cantiere:
Arch. Antonio Collazzo, Napoli Responsabile di cantiere:
Sig. Ferdinando Iazzetta, Napoli Applicatore intonaci Gyproc:
Serena srl, Racale (LE)
MedaTeca è l’innovativo centro culturale e ricreativo di Meda (MB) ricavato dalla ristrutturazione di un vecchio edificio pubblico, ampliato e completamente trasformato per rispondere alle esigenze di luminosità, funzionalità e flessibilità richieste dalla nuova destinazione d’uso.
“Pur sottostando ai forti vincoli imposti dall’esistente – si legge nella relazione di Alterstudio Partners – il progetto ripensa il contenitore in funzione del contenuto, modificando
le facciate, la volumetria, le caratteristiche morfologiche e materiche, cercando di realizzare un’architettura espressiva in grado di comunicare la nuova vocazione pubblica dell’edificio.”
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra”]L’involucro è realizzato in lastre di alluminio rosso Bordeaux, con un sofisticato sistema di facciata progettato ad hoc, altamente performante dal punto di vista energetico e acustico. Grandi vetrate su strada mostrano l’interno dell’edificio o si colorano in varie campiture semitrasparenti con le tende abbassate. Gli spazi interni sono ampi, luminosi e confortevoli, con ambienti a doppia altezza e affacci tra un piano e l’altro. L’organizzazione funzionale, all’insegna della massima flessibilità (logistica e impiantistica), consente di aprire autonomamente ogni piano.
I quasi 2.000 mq di superficie sono suddivisi in diverse tipologie di spazi, tutti estremamente scenografici, colorati ed arredati con pezzi d’autore e lampade di design. Oltre alle classiche aree dedicate agli archivi e alla lettura, i quattro piani del complesso ospitano alcune sezioni rivolte a ragazzi e bambini, spazi per corsi di formazione e tempo libero, una sala polivalente per eventi o conferenze, l’area di accoglienza con un punto ristoro, vari uffici e spazi di servizio.
Tutti i controsoffitti sono costituiti da lastre con foratura lineare Gyptone Big Activ’Air® LINE 6, un sistema Saint-Gobain Gyproc ideale per progettare interni di prestigio perché in grado di abbinare estetica e funzionalità: il disegno dei decori è infatti studiato per garantire ottimi livelli di assorbimento acustico e, contemporaneamente, per diventare un elemento visivo forte che connota gli spazi e ne aumenta la profondità.
I quattro bordi assottigliati delle lastre permettono all’applicatore di ottenere un’accurata finitura dei giunti, che a lavoro finito risultano invisibili e perfettamente integrati nella superficie continua del controsoffitto.
Il sistema Gyptone Big Activ’Air® LINE 6 è montato su profili in lamiera d’acciaio Gyprofile – anticorrosivi ed ecologici – ed è dotato della tecnologia Activ’Air®, l’esclusiva soluzione Saint-Gobain Gyproc che permette alle lastre di assorbire e neutralizzare fino al 70% della formaldeide contenuta nell’aria, trasformandola in composti inerti non più pericolosi per la salute dell’uomo.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]
Committente:
Comune di Meda (MB) Progetto architettonico e arredi:
Alterstudio Partners srl, Milano (progetto e direzione lavori Marco Muscogiuri) Impresa esecutrice:
STEDA spa, Rossano Veneto (VI)
Il progetto dei “Nuovi Uffizi” prevede il raddoppio dell’attuale capacità espositiva del complesso museale fiorentino attraverso un globale intervento di restauro e adeguamento funzionale, in grado di valorizzare e rinnovare in modo significativo uno dei musei più prestigiosi del mondo.
L’obiettivo principale dei lavori di ristrutturazione è il recupero degli ambienti situati al primo piano dell’edificio vasariano – occupati in precedenza dagli scaffali dell’Archivio di Stato di Firenze – che vanno ad aggiungersi alla storica superficie espositiva della Galleria posta al secondo piano, caratterizzata dalla ben nota forma ad “U”.
Un altro aspetto fondamentale del progetto è l’aggiornamento e la revisione di tutti gli impianti esistenti – compresa la fornitura di una nuova centrale termica e frigorifera – e la realizzazione di moderni ed innovativi sistemi impiantistici a supporto dei nuovi spazi espositivi, così da tutelare e conservare al meglio l’enorme patrimonio storico-artistico custodito.
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra”]Oltre al rinnovamento dell’intera sequenza di sale situate al piano nobile, il progetto crea un nuovo collegamento tra i due livelli del percorso espositivo, permette il recupero di spazi da dedicare all’allestimento di nuovi ambienti museali (le Sale delle Scuole Straniere) e di mostre temporanee (sotto il corpo di fabbrica della Biblioteca Magliabechiana), aumenta le aree per il deposito delle opere d’arte, rinnova ed amplia i servizi sia per il personale che per gli studiosi e i visitatori.
L’allestimento dei nuovi spazi è basato sulla costruzione di speciali “quinte” espositive – di diverse dimensioni a seconda della grandezza delle sale – realizzate completamente a secco e sulle quali sono fissate le opere d’arte.
Tali scenografie sono in grado di resistere meccanicamente anche in presenza di grandi carichi e sono progettate per nascondere e consentire la manutenzione del complesso apparato impiantistico, che utilizza speciali macchinari per il trattamento ed il controllo dell’aria e dell’umidità.
Il sistema costruttivo delle quinte è costituito da una struttura principale in tubolari di acciaio con fazzoletti di fissaggio e piedi regolabili per l’appoggio e la registrazione a pavimento; su questo reticolo portante – assemblato a terra sul posto e poi montato – viene ancorata una struttura secondaria Gyprofile specifica per i sistemi a secco, formata da profili ad “U” standard e profili omega a passo verticale, disposti con interasse di 300 mm.
La quinta viene successivamente chiusa applicando una lastra speciale Gyproc LISAPLAC 13, rivestita su entrambe le facce con carta a bassissimo potere calorifico superiore che assicura un comportamento di reazione al fuoco in classe A1.
La manutenzione degli impianti risulta estremamente comoda per la presenza di due ante verticali apribili – poste ai lati di ogni quinta – e di alcuni “pannelli-porta” che corrono lungo la parte sottostante proprio in corrispondenza delle macchine. Questi pannelli sono costituiti dall’accoppiamento di una lastra in mdf da 14 mm e da una lastra in gesso rivestito LISAPLAC 13, avvitata, tagliata a misura ed incassata in un apposito vano realizzato con profili in alluminio ad “L”.
La finitura di tutte le quinte – scelta sulla base di campionature ad hoc e definita “grave” per la particolare tonalità – è ottenuta grazie ad un fondo pigmentato a tinta unita sul quale viene applicato un prodotto con effetto velatura, dai valori di luminosità e saturazione lievemente più bassi rispetto al fondo, così da creare il particolare effetto di trasparenza e cromia desiderato.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]
Committente:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Firenze (con esclusione della città, per le competenze sui beni storici, artistici ed etnoantropologici), Pistoia e Prato Progetto:
S.IN.TER. srl, Italia Applicatore sistemi a secco Gyproc:
FIS spa, Oppeano (VR)
L’edificio è un importante esempio di architettura ottocentesca situato nel centro storico di Corato, costituito da tre livelli più un piano interrato, per un totale di circa 1000 mq di superficie calpestabile.
Il palazzo presentava evidenti segni di degrado sia nelle parti strutturali che nelle finiture interne ed esterne: molti elementi decorativi risultavano lesionati, il tetto e le facciate mostravano segni di deterioramento, le murature a “sacco” e le volte erano profondamente ammalorate e gli intonaci presentavano notevoli crepe e fessurazioni.
Nel 2011 i proprietari hanno così deciso di intraprendere una complessiva opera di ristrutturazione e risanamento conservativo del palazzo con il preciso obiettivo di mantenere le linee e le caratteristiche architettoniche originarie.
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra”]Le cosiddette murature a “sacco” sfruttano una tecnica costruttiva molto utilizzata fin dagli antichi romani, basata sulla realizzazione di due paramenti esterni in mattoni pieni e pietra – che fungono da casseforme a perdere e da elementi strutturali portanti – e un nucleo centrale di elementi lapidei di grosse dimensioni misti a scarti di tegole e mattoni, legati con malte di calce o gesso molto spesso di qualità scadente.
Tali murature sono state consolidate e bonificate mediante iniezioni cementizie con aggiunta di fluidificante, così da contrastare i tipici fenomeni di schiacciamento e pressoflessione dovuti soprattutto alla diversità di caratteristiche elastiche tra i paramenti e la parte centrale in calcestruzzo “improprio”, unitamente alla mancanza di connessione tra le stesse fodere esterne.
Una volta rimosso l’intonaco esistente, tutte le superfici sono state lavate con apposita macchina idropulitrice e sulla muratura nuda è stata inserita una rete elettrosaldata zincata, in modo da ottenere un rinforzo statico della parete stessa. Successivamente, dopo avere steso una mano di Viprimer, sono state applicate due mani di VICRETE plus della linea TecnoVic, un betoncino di consolidamento Gyproc con posa meccanizzata, fibrato ed applicabile anche in forti spessori.
Il VICRETE Plus è un prodotto di grande scorrevolezza – posabile anche su supporti misti e irregolari – appositamente studiato per risanare ed aumentare notevolmente la resistenza meccanica di murature degradate.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]
Progetto e Direzione lavori:
Ing. Natalino Petrone, Corato Impresa esecutrice/applicatore intonaci Gyproc:
Mangione Giuseppe impresa edile, Corato
“Maria Madre dei Giovani” è il nome della chiesa situata all’interno del complesso denominato “Arsenale della Pace”, un monastero metropolitano nato in un’antica fabbrica di armi in disuso e sede del Sermig – Servizio Missionario Giovani – fondato nel 1964 da Ernesto Olivero.
La pianta quadrata della chiesa, il disegno circolare delle sedute in legno e la forma triangolare dei tre grandi lucernari posti in copertura, testimoniano l’obiettivo principale del progetto che, come spiega l’architetto Benedetto
Camerana, “vuole trasmettere trascendenza e sacralità con pochi elementi architettonici e con geometrie semplici, pure ed assolute.”
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra”]La nuova chiesa è progettata per ospitare fino a 500 persone ed è il risultato della ristrutturazione di un vecchio capannone industriale, completamente rivestito all’interno da una ”scatola” a secco altamente isolante, costituita da contropareti e controsoffitti Gyproc Saint-Gobain.
Tutti i tamponamenti perimetrali in mattoni pieni dell’edificio esistente sono foderati con pareti in lastre Wallboard 13 avvitate su strutture metalliche da 100 mm, mentre la tipica copertura industriale “a shed” è mascherata da uno spettacolare controsoffitto dall’andamento curvilineo, realizzato con il sistema Rigitone 8-15-20 Super che sfrutta lastre in gesso rivestito appositamente forate, in grado di garantire altissimi livelli di assorbimento acustico ed un’eccellente resa estetica.
Sul retro delle lastre, inoltre, è applicato uno speciale tessuto fonoassorbente di colore bianco che lavora in abbinamento alle perforazioni, in modo da ottimizzarne le prestazioni acustiche senza peraltro limitare il passaggio della luce naturale.
Le forature, di forma circolare e disposte irregolarmente sulla superficie, consentono di creare particolari effetti cromatici e scenografici giochi di luce anche in mancanza di illuminazione naturale, grazie alla presenza di un sofisticato sistema a led studiato per riprodurre una sorta di cielo stellato, estremamente allegorico e di grande impatto visivo.
La particolare forma ad onda del controsoffitto è ottenuta grazie alla costruzione di una orditura primaria disposta a “vertebra” – pendinata alla copertura e strutturalmente molto resistente – sulla quale è agganciato un secondo reticolo metallico che diventa il supporto ideale per l’ancoraggio delle lastre forate.
Tra le pareti ed il controsoffitto sono incassate alcune lampade che illuminano in modo uniforme tutto il perimetro della chiesa, integrando l’illuminazione “simbolica” del controsoffitto curvo e quella naturale e diretta proveniente dai lucernari.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]
Committente:
Sermig – Servizio Missionario Giovani, Torino Progetto, Coordinamento e Direzione artistica:
Benedetto Camerana, Torino Direzione Lavori:
Paolo Erbetta, Torino Impresa esecutrice:
Costruzioni Generali Gilardi, Torino Direzione cantiere:
Alessandro Gilardi, Torino Applicatore/fornitore contropareti Gyproc:
CTI Isolare srl, San Mauro Torinese (TO) Applicatore/fornitore controsoffitti Gyproc:
Ata srl, Rivoli (TO)
Sede della guardia d’onore del Presidente della Repubblica ed intitolata al Maggiore Negri di SanFront, la Caserma dei Corazzieri del Quirinale occupa una parte dell’edificio monastico annesso alla Chiesa di Santa Susanna, che nel 1870 passò al demanio.
Oltre ai numerosi ambienti riservati ai Corazzieri – le scuderie, la selleria, il maneggio coperto, la cappella ed un laboratorio dove vengono realizzati elmi e corazze su misura – la struttura è arricchita da uno straordinario complesso
archeologico emerso negli anni ’60, che comprende un tratto delle antiche mura serviane e parte di un ninfeo di epoca neroniana abbellito da una preziosa decorazione a mosaico in pasta vitrea.
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra”]Un recente ed attento intervento di ristrutturazione di tutto il complesso ha permesso di recuperare ed esaltare le caratteristiche architettoniche e funzionali dello stupendo maneggio coperto – in grado di contenere comodamente fino a quaranta cavalli – contraddistinto da un pavimento ricoperto di finissima sabbia di fiume e da un enorme lucernario che lascia filtrare una suggestiva luce zenitale. Un nuovo e spettacolare controsoffitto continuo riveste tutta la copertura intorno alle grandi vetrate centrali e costituisce l’elemento di maggior rilevanza dal punto di vista estetico, grazie a precisi studi progettuali e all’uso della tecnica a secco Gyproc Saint-Gobain che sfrutta le qualità delle speciali lastre Habito Hydro 13 Activ’air.
In particolare l’andamento irregolare delle superfici che compongono il controsoffitto, le numerose cornici e decorazioni poste lungo il perimetro, le varie tonalità di colore utilizzate e i riquadri interni che ricordano i vecchi soffitti “a cassettoni”, personalizzano tutto lo spazio aumentandone il dinamismo e la profondità.
Le Habito Hydro 13 Activ’air sono lastre di tipo H1 con assorbimento di acqua ridotto e dunque con un’eccellente tenuta in presenza di elevati livelli di umidità. Le fibre di vetro che additivano il gesso assicurano grande durezza superficiale e massima resistenza meccanica mentre la speciale carta di cui sono composte – dalla colorazione particolarmente bianca ed uniforme – agevola notevolmente le operazioni di finitura e di tinteggiatura. L’innovativa tecnologia Activ’air permette, inoltre, di progettare con versatilità e creatività abbattendo drasticamente l’inquinamento indoor: è infatti in grado di purificare l’aria in modo continuo e duraturo, neutralizzando i principali Composti Organici Volatili (VOC) presenti nei luoghi chiusi, che spesso causano problemi di salute all’uomo.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]
Committente:
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Provveditorato Opere Pubbliche Lazio, Abruzzo, Sardegna. Responsabile del Procedimento:
Arch. Maria Lucia Conti Direzione lavori:
Arch. Angela Aprile Impresa esecutrice:
ATI – SOCOMI spa e ICOM srl Direttore di cantiere:
Arch. Cesare Straccamore Applicatore sistemi a secco Gyproc:
M.i.t.a.c. srl, Guidonia (Roma) – Responsabile di commessa Dr. Roberto Nunziante Cesaro
[/vc_column_text][vc_separator el_width=”60″ css=”.vc_custom_1477473406605{margin-bottom: 15px !important;}”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra colore_blu”]Costruito tra il 1954 e il 1958 accanto all’ottocentesco Seminario Maggiore, il Nuovo Seminario Vescovile Minore ha assolto la sua destinazione originaria fino al 1979, anno nel quale i suoi spazi hanno iniziato ad ospitare l’Istituto Scolastico “A. Da Schio”. Con il trasferimento della scuola in un’altra sede, il complesso è stato oggetto di un globale intervento di ristrutturazione ed ammodernamento finalizzato a renderlo idoneo per una nuova destinazione d’uso, che prevede l’insediamento di uffici, aule, ambulatori, sale riunioni e magazzini dell’Unità Locale Socio Sanitaria n. 6 di Vicenza.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra”]Uno dei principali obiettivi dei lavori di ristrutturazione consisteva nell’assicurare la giusta protezione passiva dal fuoco dei solai esistenti, in linea con le vigenti disposizioni legislative in materia di Prevenzione Incendi emanate dal Ministero dell’Interno: nella vasta gamma di intonaci speciali e sistemi a secco offerti da Gyproc Saint-Gobain nel campo delle soluzioni antincendio, è stato scelto il SIGMATIC IGNIFUGO M120, un premiscelato della linea TecnoVic a base di gesso emidrato, Vermiculite e Perlite, con aggiunta di additivi specifici dosati automaticamente in rapporto costante.
Una volta rimosse completamente le tinteggiature esistenti tramite un procedimento di idrosabbiatura, le superfici sono state trattate con un promotore di adesione resinato VIPRIMER; successivamente è stato applicato a spruzzo il SIGMATIC IGNIFUGO M120 negli spessori idonei a raggiungere un REI 120, con grande rapidità nella posa in opera e con ottimi risultati dal punto di vista estetico.
“Ho scoperto questo prodotto Gyproc estremamente prestazionale e versatile – ci racconta Marco Carollo, progettista e direttore lavori dell’intervento – proprio durante i lavori in cantiere; il suo utilizzo ci ha permesso di evitare l’applicazione di controsoffitti in fibra inizialmente previsti, con benefici in termini di velocità di esecuzione e finitura estetica, senza dimenticare il vantaggio di non dover diminuire l’altezza esistente dei vari ambienti”.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]
Proprietà:
Seminario Vescovile di Vicenza Progetto e Direzione Lavori:
Ing. Arch. Marco Carollo, Arcugnano (VI) Impresa esecutrice:
Impresa Vescovi, Vicenza Applicatore intonaci Gyproc:
Intonaci Voltolina, Arcugnano (VI)
[/vc_column_text][vc_separator el_width=”60″ css=”.vc_custom_1477473406605{margin-bottom: 15px !important;}”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra colore_blu”]Nell’ottobre del 2011 si sono conclusi i lavori di ristrutturazione edilizia e riqualificazione funzionale di un complesso per uffici – composto da due immobili di proprietà dell’INARCASSA – situato nel centro di Roma, in un’area delimitata da Via Po e Via Pinciana, di fronte a Villa Borghese. I due edifici sono stati oggetto di interventi di demolizione parziale e successiva ricostruzione sulla base di un progetto finalizzato da un lato a conservare le caratteristiche architettoniche, le sagome e i volumi esistenti, dall’altro a riqualificare le aree esterne e a realizzare una distribuzione interna degli ambienti più attuale, con finiture di maggior pregio e nuovi impianti tecnologici.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra”]Tutti gli ambienti interni sono controsoffittati con diversi sistemi in lastre e pannelli ispezionabili della lineaGYPTONE, il cui utilizzo è ideale nelle situazioni in cui sono richieste caratteristiche estetiche particolarmente gradevoli e specifiche prestazioni di assorbimento acustico.
Le singolari forature dei controsoffitti in lastre di gesso rivestito GYPTONE BIG LINE 6 diventano inoltre un motivo estetico ed architettonico che caratterizza tutto l’intervento: lo stesso disegno, infatti, è ripreso perfettamente nella posa delle pavimentazioni esterne e nelle decorazioni dei vetri delle facciate continue, in una sorta di suggestiva continuità tra design degli interni e architettura degli esterni.
Le strutture portanti del piano interrato destinato ad autorimesse sono state intonacate con l’ IGNIVER, uno speciale prodotto isolante della linea TecnoVic appositamente studiato per garantire l’idonea protezione passiva dal fuoco di elementi metallici e in cemento armato. IGNIVER è un intonaco ad applicazione meccanizzata a spruzzo, leader nel mercato dell’edilizia perché ha un’ottima aderenza, non ha bisogno di essere rinnovato negli anni, è particolarmente leggero e quindi evita il problema di appesantire le strutture; inoltre ha il vantaggio di non contenere né amianto né fibre, di essere elastico e di assicurare sia un buon isolamento acustico che una bassa conducibilità termica.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]
Proprietà:
INARCASSA – Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per Ingegneri ed Architetti Liberi professionisti Progetto:
Ing. Paolo Nervi – Arch. Benito Boni – Arch. Sebastiano Boni – Arch. Alerix Moguilewsky – Arch. Maria Musco Impresa esecutrice:
R.T.I. costituito dalle imprese CO.GE.L – Panzeri – Colombo – LGM Applicatori controsoffitti Gyproc:
Costruzioni Franco Viglianti srl, Veroli (FR) – Centro Montaggi di Pomente Umberto, Veroli (FR) Applicatore intonaci Gyproc:
Costruzioni Franco Viglianti srl, Veroli (FR)
[/vc_column_text][vc_separator el_width=”60″ css=”.vc_custom_1477473406605{margin-bottom: 15px !important;}”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra colore_blu”]In seguito ad un globale intervento di ristrutturazione degli edifici della ex fabbrica Magneti Marelli, nasce il Polo Tecnologico di Pavia, un complesso immobiliare destinato ad ospitare uffici e laboratori con spazi flessibili progettati su misura in base alle richieste dei vari clienti. L’iniziativa ha inizio dalla collaborazione tra l’immobiliare Durabo – proprietaria dei capannoni industriali dismessi – e la società Polo Tecnologico Servizi, costituita nel 2007, proprio per accelerare la crescita del sistema produttivo locale su iniziativa dell’Università, del Comune, della Provincia e della Camera di Commercio di Pavia. Il nuovo Polo Tecnologico è situato in posizione particolarmente strategica, vicino alla tangenziale e a breve distanza dal centro storico e dal campus universitario, dove sono insediati i Dipartimenti scientifici dell’Università di Pavia, Enti pubblici di ricerca come CNR, INFN e INFM, Istituti di ricovero e cura, mense e centri sportivi.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra”]Il progetto di riconversione della struttura conserva i caratteri salienti dell’architettura industriale originaria, inserendo nuovi elementi stilistici e frazionando i vecchi capannoni in ambienti di varie dimensioni; ciò sfruttando le notevoli altezze a disposizione con l’inserimento di piani soppalchi, così da personalizzare maggiormente i vari spazi ed aumentarne notevolmente la superficie calpestabile.
Tutti i tramezzi interni, i divisori tra le unità immobiliari e le contropareti che foderano le murature perimetrali sono realizzati completamente a secco con pareti alte fino a sette metri, solide ed estremamente isolanti dal punto di vista acustico.
“Abbiamo realizzato tutto il lavoro in soli quattro mesi – ci spiega Giuliano Coppellotti della Isolservice Fidenza, la ditta che ha posato tutti i sistemi Gyproc Saint-Gobain – grazie ai vantaggi tipici della tecnica a secco, che permette di costruire pareti davvero performanti e meccanicamente resistenti, con grande velocità e pulizia di cantiere”.
Nella suggestiva sala riunioni la copertura inclinata è interamente rivestita con il GYPTONE QUATTRO 20, un sistema per controsoffitti ispezionabili costituito da speciali pannelli acustici Gyproc a base di gesso rivestito; la regolarità della foratura quadrata e la finitura satinata di elevata qualità (presente anche sui bordi laterali) consentono di abbinare a notevoli risultati di assorbimento acustico un’ottima resa estetica ed architettonica.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]
Committente:
Durabo SpA, Pavia Progetto e Direzione Lavori:
Arch. Giorgio Via, Pavia Impresa esecutrice:
C.E.A.P Società Cooperativa Edile ed Affini Piacentina, Piacenza Responsabile di commessa:
Geom. Luciano Basili Capo cantiere:
Geom. Valerio Galli Applicatore sistemi a secco Gyproc:
ISOLSERVICE FIDENZA srl, Fidenza (PR)
[/vc_column_text][vc_separator el_width=”60″ css=”.vc_custom_1477473406605{margin-bottom: 15px !important;}”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra colore_blu”]La trasformazione del Palazzo dell’Arengario in Museo del Novecento scaturisce dall’intento di restituire un’immagine forte e attraente all’edificio storico milanese e di organizzare al suo interno un sistema museale semplice e lineare in grado di esaltare le centinaia di opere esposte, espressione delle grandi stagioni artistiche del XX secolo: dal futurismo all’arte informale e concettuale, dall’astrattismo all’arte povera, con capolavori come Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo o il Neon di Lucio Fontana, visibile da piazza del Duomo attraverso le vetrate della torre dell’Arengario.
‘La mission del museo – si legge sul sito ufficiale – è diffondere la conoscenza dell’arte del Novecento per generare pluralità di visioni e capacità critica. Conservare, studiare e promuovere il patrimonio pubblico e la cultura artistica del XX secolo tramite ricerca e attività didattica. Lavorare su più piani per favorire un approccio interculturale e coinvolgere un pubblico che spazia dagli addetti ai lavori, ai bambini, al visitatore di passaggio’.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text el_class=”blocco_sinistra”]Dell’edificio originale è stata conservata la sobria struttura esterna che, al momento della costruzione, rappresentava una soluzione innovativa e di grande impatto monumentale: quasi un manifesto della modernità contrapposto alla Galleria Vittorio Emanuele sull’altro lato di Piazza del Duomo.
Gli spazi interni sono stati invece rivoluzionati, con soluzioni funzionali e di grande resa estetica, come la grande rampa elicoidale che collega i diversi piani della torre – dal livello della metropolitana alla suggestiva terrazza sul Duomo – e che diventa l’elemento caratterizzante e riconoscibile del Palazzo dell’Arengario.
Il progetto ha previsto anche un importante intervento su di un’ala dell’adiacente Palazzo Reale, direttamente collegato all’edificio dell’Arengario tramite una passerella sospesa dalla quale si può osservare la stratificazione storica dei palazzi dell’area compresa tra via Rastrelli e piazza Diaz.
‘Il mio lavoro è stato facile – spiega l’architetto Italo Rota che insieme a Fabio Fornasari ha firmato il progetto – perché l’edificio non è mai stato terminato. La mia è un’installazione naturale, uno spazio che esiste solo quando lo visitiamo con il nostro corpo. E che permette di osservare, semplicemente guardando dalle finestre, architetture meravigliose: dello studio BBPR, di Figini e Pollini, o San Satiro del Bramante’.
Sui nuovi tramezzi e su tutte le murature esistenti in mattoni – spesso notevolmente degradate – è stato applicato l’INTO ALFA, un premiscelato della linea EcoVic con caratteristiche certificate di ecocompatibilità.
Ideale negli interventi di ristrutturazione, INTO ALFA è un intonaco particolarmente indicato per applicazioni in forti spessori perché evita cavillature, crepe e fessurazioni grazie alle sue proprietà di lavorabilità e resistenza meccanica superiori ai tradizionali prodotti calce-cemento per interni.
Nella parte espositiva del palazzo dell’Arengario l’ampia gamma di soluzioni a secco Gyproc ha contribuito alla realizzazione del nuovo progetto museale, permettendo di raggiungere sempre elevate prestazioni tecniche e notevole resa estetica.
Le lastre speciali FIRELINE 13 e LISAFLAM 15 assicurano la corretta protezione antincendio di pareti e controsoffitti a membrana nei locali filtri; alcune contropareti tecniche, applicate in aderenza a vecchie aperture non più necessarie, oscurano la luce naturale e aumentano così le superfici espositive.
Nelle zone di collegamento tra il piano della metropolitana e il museo, la combinazione di lastre in gesso fibratoRIGIDUR e di lastre con barriera al vapore permette di aumentare la solidità e la resistenza all’umidità delle pareti, mentre all’ingresso della rampa elicoidale alcuni controsoffitti in lastre Gyproc dall’andamento curvilineo riprendono il disegno originario a ‘cassettoni’ dell’edificio preesistente.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]
Committente:
Comune di Milano – Assessorato alle Infrastrutture Lavori Pubblici area tecnica – Settore tecnico Cultura e Beni Comunali diversi Responsabile Unico del Procedimento:
Ing. Enrico Boccardo Progetto esecutivo:
Associazione di professionisti – Arch. Italo Rota (capogruppo), arch. Emmanuele Auxilia, arch. Fabio Fornasari, arch. Paolo Montanari Direzione Lavori:
Ing. Antonio Acerbo Direzione artistica:
Arch. Italo Rota, arch. Fabio Fornasari Imprese esecutrici:
Arengario Società Consortile a r.l. – Società Cooperativa Muratori Sterratori ed Affini, Montecatini Terme (PT) – Marcora Costruzioni S.p.A., Milano Applicatore sistemi a secco Gyproc:
FIS S.p.A., Oppeano (VR) Applicatore intonaci Gyproc:
Rasoges Carnovale srl, Baranzate (MI)